Villa G.

Ottobre 2021.

Premessa

Era il 31 Ottobre, la notte di Halloween si avvicinava, per cui cosa c’era di meglio se non esplorare una bella villa abbandonata? Le ville non sono in cima alle mie preferenze tra i luoghi abbandonati, però questa era vicina e in un certo senso molto legata al mondo dell’industria, per cui… perché no?

Storia

Villa padronale costruita agli inizi del XX secolo vicino all’industria diretta da chi ci abitava. Apprendo in questi giorni che la villa è stata pesantemente danneggiata da un incendio nel 2022. Evito di commentare per non essere volgare.

Esplorazione

L’accesso non è stato poi così semplice come immaginavo. Niente di difficile, però giudicando lo stato di vandalismo all’interno, pensavo fosse maggiormente accessibile. Già, vandalismo, perché appare chiaro già dall’esterno che la villa è stata teatro delle imprese dei soliti Bimbiminkia che non hanno di meglio da fare se non sporcare con le bombolette di vernice pareti con un secolo di storia. All’esterno scritte legate al tifo calcistico e un bel A.C.A.B., davvero un messaggio intelligente e in un luogo in cui tra l’altro nessuno o quasi lo leggerà. Al pian terreno scritte come “ti amo” ripetute all’infinito per imbrattare tutti i locali delle cucine; anche la scala principale non è stata risparmiata da scarabocchi vari datati già 2012, quindi si può intuire che dopo almeno dieci anni di vandalismi è già un successo riuscire a trovare ancora degli scorci apprezzabili.
Il pian terreno è ridotto davvero male, nelle verande ci sono anche decine di bottiglie di vetro e lattine di birra vuote. Per fortuna la natura, con la sua azione distruttiva dell’intonaco delle pareti e con le piante che entrano dalle finestre rotte compensano questo inquinamento regalando una bella atmosfera. Nelle grandi stanze di rappresentanza, che dovevano essere bellissime all’epoca, manca persino il pavimento e si fa fatica a distinguere quello che rimane del grosso camino. Ci sono due scale che salgono verso i piani superiori; una è quella principale, larga e che doveva avere una ringhiera decorata, l’altra è quella di servizio, stretta buia e scricchiolante. Naturalmente inizio a salire da questa, stando attento a ogni passo per testare la solidità residua dei gradini. Questa scala, al contrario dell’altra, sale fino al sottotetto, dove presumibilmente c’erano gli alloggi della servitù. Oggi qui troviamo dei grossi buchi nel pavimento che si affacciano sulle stanze sottostanti, le vasche dell’acqua (probabilmente fatte di Eternit) e finestre sagomate dalle quali si può godere una bellissima vista della zona circostante.

I piani della villa sono infatti parecchio alti, quindi sommando il pianterreno ai due piani residenziali e il sottotetto, si arriva a una discreta altezza. Questo culmina con la torretta centrale, raggiunta da una scala di legno che mi appresto a salire. La torretta è piccola e ha una finestra su ogni lato; purtroppo la scala di legno che arrivava alla botola soprastante è andata distrutta (è stata distrutta) altrimenti si sarebbe potuto salire all’aperto sul punto più alto e panoramico della costruzione.
Terminata la visita del sottotetto, dove ho trovato anche resti di qualche giaciglio di fortuna e batterie d’auto per avere la luce, ripercorro l’angusta e buia scala di servizio fino al piano terra, da cui inizio la salita per la scala padronale. Il primo piano ha un lungo corridoio che attraversa la villa, con stanze, cucine e bagni sui lati. Qui ci sono senz’altro le cose più belle rimaste nella villa, ossia due stanze con il soffitto a cassettoni decorati con dei dipinti in stile caratteristico dell’epoca. Uno rappresenta forse una scena di caccia, con un cervo (o simile), un bersaglio con una freccia conficcata, un bambino e una donna (forse una statua) rappresentante qualche divinità. L’altro, in condizioni ancora migliori, rappresenta una figura femminile seduta in posa “regale” davanti ad un ovale azzurro e oro decorato in stile Liberty. Sicuramente la cosa più bella di questa esplorazione e i miei primi affreschi abbandonati in assoluto.

Il resto delle stanze è meno memorabile, alcune sono state pasticciate, altre no ma sono parecchio devastate lo stesso. Sopravvivono dei lavandini, delle vecchissime prese di corrente in ceramica e nei bagni delle piastrelline a mosaico davvero belle. Ci sono anche dei balconi che si affacciano sulle scuderie/rimesse con le piante rampicanti che si sono fatte strada fino a quassù.
Proseguo la salita dello scalone, al termine del quale è superstite un breve tratto della ringhiera originale, posto di fronte a una parete di legno con vetri opachi a righine orizzontali (ovviamente praticamene tutti spaccati). La pianta del secondo piano è praticamente identica a quella del primo. Qui però ci sono dei paurosi avvallamenti del pavimento che in una cucina culminano a uno spazio di circa dieci centimetri tra la parete divisoria e il pavimento stesso. Ci sono stanze molto graziose con le belle ringhiere in ferro battuto a cui si sono aggrappate le piante rampicanti dalle foglie rosse.

Trovo un altro bagno grazioso alla fine del corridoio e in una stanza il grande buco nel soffitto che avevo visto in precedenza dal sottotetto.
Non mi rimane che scendere nuovamente al piano terra e iniziare la discesa nei sotterranei. Accendo la torcia e percorro corridoi e stanze fino ad arrivare sul lato opposto della villa, dove è stato ricavato nella roccia un accesso carrabile che permetteva quindi di entrare nella villa direttamente con la carrozza. Nelle cantine trovo decine di bottiglie, fiaschi e damigiane vuote, ma ancora integre.
Tornato in superficie esploro l’attigua costruzione che doveva essere l’abitazione del custode e in precedenza una stalla per i cavalli/rimessa. Questa abitazione è meno decorata della villa ma anche qui bottiglie, lattine, scarabocchi sulle pareti. Ci sono delle stanze contenenti ancora delle brande e nulla più.

Esco dalla costruzione e mi inoltro nel giardino, dove più a monte si intravvede un altro edificio abbandonato.
Questa è un’altra casa, senz’altro molto più recente, forse degli anni ’70 del ventesimo secolo. È una specie di villetta di un piano con taverna sottostante. Lo stato di conservazione non è molto migliore rispetto alle altre due costruzioni molto più vecchie. Un lungo corridoio conduce alle stanze, tutte disposte lato giardino, con bei balconi che una volta dovevano godere di una bella vista; oggi gli alberi sono cresciuti talmente tanto da nasconderla completamente. Sceso nella taverna trovo una specie di palchetto di legno con quattro scalini pure in legno che dovevano essere l’ingresso al salone. Niente di particolarmente interessante comunque, quindi esco dall’abitazione e faccio un giro intorno alla villa. Scopro una stradina che scende verso la pubblica via ma che a un certo punto diventa impercorribile a causa della vegetazione cresciuta in maniera smodata e che ha trasformato il parco della villa in una vera e propria giungla. C’è ancora qualche lampioncino a palla, qualcuno intero, altri rotti e stritolati dalla vegetazione. Sul fronte della villa c’è ancora il grande gazebo, ormai diventato un vero e proprio tunnel, dalla quantità di piante che si sono arrampicate su di esso. Sotto c’è ancora il tavolo in cemento, che sembra un grande fungo in mezzo alla distesa di foglie e rami secchi. Dal gazebo parte una scala che discende verso la parte bassa del parco; anche qui però ad un certo punto è impossibile proseguire a causa della vegetazione cresciuta oltremodo.

Risalgo fino alla villa e scatto alcune foto alle varie facciate, alla tettoia in vetro in stile Liberty, alle ringhiere in ferro battuto avvolte dai rampicanti, alle vetrate completamente coperte dall’edera. L’atmosfera è quella della casa stregata e si addice perfettamente al mood di Halloween. Ripercorro i miei passi e torno sulla strada, abbastanza soddisfatto dell’avventura.

Conclusioni

Successivamente ho visitato delle ville ben più sfarzose e meno distrutte, però questa occuperà sempre un bel ricordo nella mia memoria perché è stata la prima villa esplorata e perché ha davvero un fascino particolare. Mi spiace molto che sia messa così male e l’ultimo incendio forse le ha dato il colpo finale. Ovviamente c’è da ringraziare ancora una volta la mano di qualche genio assoluto. Addio.

Le foto qui presenti risalgono a Ottobre 2021.