Orfanotrofio C.

Aprile 2022.

Premessa

La giornata nelle “zombielands”, lunghissima, andava conclusa con un’altra bella esplorazione. Avevo questo posto nella lista dei posti da verificare, in quanto avevo letto che a seguito dei vandalismi era stato completamente sigillato. Andiamo a verificare di persona!

Storia

Un orfanotrofio costruito negli anni ’50, diventato poi anche colonia e dormitorio per studenti di un istituto scolastico, prima della chiusura definitiva.

Esplorazione

Il concetto di “sigillato” era molto lontano dallo stato reale dei fatti, tanto che l’accesso è stato davvero facile e comodo. La struttura appare essere molto semplice da esplorare, si tratta di una palazzina di un piano e in alcuni punti alta due quadrata, che circonda un grande cortile in cemento. I primi locali che troviamo sembrano essere delle aule. In queste stanze ci sono numerosi resti di giochi e giocattoli, tutti anni ’60-’70. Ci sono giochi in scatola come Il Rischiatutto, Monopoli, un gioco sul calcio e uno sul basket ma anche libri e diapositive. In una stanza più piccola il pavimento è cosparso di cartelle scolastiche, in tela, in cuoio, in finta pelle, con i personaggi Disney. Ci sono anche delle piante artificiali, decorazioni natalizie e delle creazioni di cartone, come una casetta realizzata da qualche bambino molti anni fa. I bagni hanno le classiche file di lavandini e pareti con piastrelle verdine.

Usciamo nel cortile interno, che sembra quello di un penitenziario; sulle facciate interne ci sono dei grandi fari per l’illuminazione, in un angolo persino un megafono. Purtroppo le pareti sono state tutte pasticciate con le bombolette di vernice dai soliti “artisti”. Oltre la linea del tetto si vedono solo alberi e le cime delle montagne, a trecentosessanta gradi. Dalle crepe nel cemento del piazzale sono cresciuti cespugli e veri e propri alberi.

Rientriamo nell’edificio per continuare l’esplorazione. Troviamo una stanza che doveva essere una cappelletta, con un piccolo altare spoglio; doveva esserci anche qui una componente religiosa importante, visto che abbiamo trovato libri e illustrazioni religiose nonché una targhetta “clausura” fuori da una stanza. Ci sono lunghi corridoi che conducono a camere da letto e grandi terrazzi che si affacciano sul lato esterno dell’edificio; anche sulle terrazze è cresciuta parecchia vegetazione! Tra gli oggetti presenti nelle aule che incontriamo ci sono numerose enciclopedie e fascicoli per le ricerche scientifiche, caricatori di diapositive e alcuni manifesti per una sensibilizzazione riguardo la sicurezza stradale pubblicati dalla provincia. Una frase su uno di questi cartelloni è davvero profetica: “Quando ti metti in viaggio, fai in modo che non sia l’ultimo.”

Lunghi corridoi con la vernice verdina scrostata regalano delle atmosfere molto interessanti. Saliamo al secondo piano e anche fino al sottotetto, dove oltre a diverse sedie e tavoli ci aspettano altri giocattoli nascosti. Ci sono alcuni bambolotti di plastica smembrati, binari di un trenino e alcuni peluche anni settanta raggruppati in una specie di incontro segreto nell’oscurità.

Ridiscendiamo fino ai locali di servizio, una caldaia e un’officina, facciamo altre foto nel cortile mentre il sole si sta abbassando, quindi torniamo all’esterno seguendo al contrario il percorso fatto all’ingresso.

Conclusioni

Vero è che questo posto è piuttosto vandalizzato, ma non mi spiego il disinteresse nell’ambiente Urbex nei confronti di questo orfanotrofio. Nonostante le scritte e il soqquadro, a me è piaciuto, forse perché dotato delle caratteristiche che io prediligo: posto comunitario, grande, isolato dal resto della civiltà.

Le foto qui presenti risalgono ad Aprile 2022.